Negli ultimi decenni, l’Italia è stata teatro di numerose catastrofi naturali che hanno minacciato la stabilità economica di intere regioni e messo in ginocchio aziende e filiere produttive, nonché intere comunità. Alluvioni, terremoti, frane, esondazioni e inondazioni sono diventati sempre più frequenti e hanno portato ad effetti sempre più devastanti.
È per questo motivo è stato introdotto l’obbligo di stipulare una specifica copertura assicurativa con la Legge di Bilancio 2024 (L. 213/2023) con l’obiettivo di tutelare il tessuto produttivo nazionale dai rischi derivanti da eventi catastrofali.
La fragilità territoriale italiana
Questa combinazione di rischi naturali, sommata all’aumento della frequenza e dell’intensità delle catastrofi dovuto al riscaldamento globale, rende le imprese italiane particolarmente vulnerabili. Gli studi indicano che entro il 2050 eventi estremi come le alluvioni potrebbero aumentare fino al 40% nella frequenza, ma anche i dati attuali sono allarmanti.
Oltre il 94% del territorio italiano è esposto a rischi di catastrofali estremi. Secondo l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), ogni anno in Italia si verificano oltre 600 frane e alluvioni.
Le catastrofi naturali sono una minaccia per la continuità aziendale
I dati del Consiglio Nazionale degli Ingegneri riportano che, dal 1944 al 2020, i terremoti hanno causato danni per oltre 150 miliardi di euro, senza considerare le perdite di produttività derivanti dalla sospensione delle attività aziendali. Allo stesso modo, eventi meteorologici estremi hanno causato solo negli ultimi cinque anni danni stimati in circa 15 miliardi di euro.
Il rischio di interruzione dell’attività rappresenta una delle principali minacce per la sopravvivenza delle imprese italiane.
In un contesto in cui le catastrofi naturali diventano sempre più frequenti, assicurarsi contro questi rischi è essenziale per garantire la continuità operativa, ma purtroppo, in Italia il tasso di copertura assicurativa per i danni catastrofali è ancora molto basso rispetto ad altri Paesi europei: solo il 7% delle aziende italiane è attualmente assicurato contro questi eventi, lasciando un ampio margine di vulnerabilità.
La copertura assicurativa, infatti, non solo garantisce la possibilità di ripresa dopo un evento disastroso, ma tutela anche le relazioni con fornitori e clienti. Senza una copertura adeguata, le imprese rischiano di trovarsi senza mezzi per affrontare i danni, interrompendo bruscamente le loro attività e lasciando un vuoto nella filiera produttiva.
Studi della Protezione Civile mostrano che il tempo medio di ripresa per un’azienda colpita da un evento naturale è di circa 8-10 mesi, un periodo che può rivelarsi fatale per chi non dispone di una copertura. Assicurarsi contro i rischi catastrofali significa proteggere non solo l’impresa stessa, ma significa anche tutelare i dipendenti e l’intero ecosistema produttivo territoriale.
L’obbligo di legge in breve: l’assicurazione contro le catastrofi naturali per le aziende italiane
- CHI: tutte le imprese con sede legale in Italia, o con stabile organizzazione nel territorio nazionale e iscritte al Registro delle Imprese. Sono incluse le società individuali, le società di persone e le società a responsabilità limitata. Sono escluse sono le imprese agricole.
- COSA: sismi, alluvioni, frane, inondazioni, esondazioni.
- COME: la copertura assicurativa deve coprire i danni diretti a beni, terreni e fabbricati, impianti e macchinari, attrezzature industriali e commerciali, subiti a seguito di eventi calamitosi e catastrofali.
- QUANDO: entro il 31 dicembre 2024.